L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta e spazio al chiusoScuola…e chi ci capisce più qualche cosa?

L’Accento e RadioCento hanno intervistato Anna Tassinari, dirigente dell’Istituto Comprensivo “Il Guercino”, per essere informati sull’ andamento, le problematiche e le prospettive future che saranno riservate al mondo della scuola.

D) Corona Virus, inizialmente una sospensione cautelare poi un vero e proprio distacco dalle aule: come avete affrontato la didattica a distanza?

R) Come tutti ricorderete, alla fine di febbraio è iniziata questa triste storia con la chiusura della scuola fino al primo marzo. Un evento eccezionale e percepito come grave fin da subito. Era abbastanza chiaro che fosse un inizio di qualcosa di lungo. Come scuola ci siamo subito posti il problema di come raggiungere tutti gli studenti, Avevamo un solo mezzo: il registro elettronico, ma non utilizzato da molte famiglie. Cosi, tra mail, sito, registro e passa parola i docenti della scuola secondaria hanno proposto un concorso relativo alla presentazione di un lavoro pluridisciplinare. In questo modo, siamo riusciti a fare una ricognizione delle attrezzature informatiche presenti nelle famiglie e abbiamo potuto pianificare percorsi per il prolungamento dell’emergenza. Più complessa la situazione della scuola primaria dove, bisogna ammetterlo, i gruppi delle mamme su watsapp, molte volte deleteri in situazione ordinaria, sono stati il veicolo principale di comunicazione e tramite i gruppi anche i genitori della scuola primaria hanno cominciato a prendere confidenza con il registro elettronico. Siamo quindi partiti con la didattica a distanza, aprendo un canale protetto youtube per video lezioni e intensificando le comunicazioni tramite mail, registro elettronico, video messaggi,

D) Quali scelte avete operato per garantire il diritto allo studio?

R) Gli insegnanti si sono subito messi a disposizione, tramite Meet, l’applicazione Google, si sono incontrati virtualmente per ordine, per discipline, per classi, per interclassi in modo che ci fosse una pianificazione tra le attività, un senso e un coordinamento. Dove possibile, in base alla diversa complessità dell’ordine di scuola, dall’infanzia alla secondaria. Mentre l’emergenza veniva prorogata di settimana in settimana, gli insegnanti hanno elaborato una programmazione per saperi essenziali fino a conclusione dell’anno scolastico. Chiaramente, non è la stessa cosa della didattica di classe. Non solo come tempo di esposizione ma soprattutto come relazione umana. Il rapporto alunno- professore è diventato un’azione di tutoraggio personalizzata in quanto, attraverso gli elaborati che i ragazzi consegnano , viene inviata una correzione motivata e si stabilisce un dialogo, oltre ad un piano di studi personalizzato. La nostra scelta implica anche un progetto pedagogico di autonomia dei ragazzi che dovrebbero imparare a gestire il tempo in maniera diversa: ascoltare e riascoltare la lezione quando concentrati (oltre al momento della connessione funzionante e della disponibilità di computer, considerando che ci sono nuclei familiari con più fratelli) ed eseguire le attività richieste, possibilmente da soli. Per i casi di incertezza, è stato dato il consiglio di consultare i genitori a fine elaborato e di cercare di essere autonomi. Le attività vengono calibrate per essere svolte in autonomia. Anche nella scuola primaria il tutoraggio delle docenti è continuo. Dopo un mese di “didattica a distanza” quasi la totalità delle famiglie è stata raggiunta e , dove necessario, si è provveduto a consegnare materiale informatico in comodato d’uso.

D) Come affronterete il ritorno a scuola?

R) Sarà un altro momento difficile.
E’ impensabile un rientro alla normalità, a continuare ad essere e fare quello che eravamo e facevamo prima. Chiaramente bisognerà pensare a forme di recupero. Per quante ore/attività/video/collegamenti possano essere stati fatti, dal punto di vista didattico, un quadrimestre svolto a distanza lascia carenze di contenuti e di relazioni umane. Bisognerà ricucire la classe, raccontarsi, riappropriarsi degli spazi, dei luoghi e…ricominciare da dove ci siamo lasciati. Nel frattempo si è creato un patrimonio che non verrà perso: le video lezioni rimangono, le competenze che nel frattempo alunni, insegnanti e genitori hanno acquisito andranno coltivate e potenziate. Bisognerà ripartire da qui e creare, sperimentare una nuova didattica che comprenda varie forme, in presenza, a distanza, carta e penna, computer e video, nuove applicazioni. Purtroppo non è detto che la situazione si possa ripresentare.

D) Come hanno reagito le famiglie di fronte a questa emergenza?

R) In linea di massima le famiglie hanno collaborato e aiutato moltissimo; soprattutto alla primaria e all’infanzia i rappresentanti di classe sono stati i “trait-d’union” tra la scuola e le famiglie, laddove gli strumenti informatici non arrivavano, soprattutto per un ‘abitudine a delegare alla scuola la gestione dei figli. Certo le difficoltà sono state tante; dapprima i genitori andavano a lavorare e non sapevano dove “sistemare” i figli, poi lo “smart working” richiedeva anche ai genitori computer e internet, poi qualcuno ha cominciato a perdere il lavoro. La comunicazione è comunque continua. Abbiamo fatto anche un Consiglio d’ Istituto virtuale. Insomma, la vita scolastica continua, non è la stessa cosa, ma ci sosteniamo. Molti sono i ringraziamenti che riceviamo per quanto stiamo facendo, certo, ci sono anche critiche che cerchiamo di ascoltare per migliorare anche se siamo consapevole che in questa situazione l’impegno primario di tutti deve essere la tutela della salute. La salute non è solo allontanare la minaccia del virus ma anche non abusare degli schermi!

D) Dirigente cosa ci riserverà il futuro?

R) Uscire dall’emergenza, ritornare insieme ai ragazzi, alle loro famiglie, ai contatti giornalieri. Aspettare le vacanze, preparare il ritorno a settembre. Ma sarà in un modo nuovo, diverso, dove il patrimonio esponenziale di competenze tecnologiche e di “resilienza” dovrà amalgamarsi con quello che eravamo ed avevamo prima.