Un antropologo ha proposto di fare un gioco ad un gruppo di bambini di una tribù in Africa.
Lo scienziato ha messo un cestino pieno di frutta, vicino ad un albero e ha lanciato una sfida:
“Chi arriverà per primo, vincerà la frutta!” appena dato il via alla gara, i bambini si sono presi per mano, hanno corso insieme e all’arrivo si sono seduti a godersi la frutta.
Lo scienziato allora, ha chiesto loro la spiegazione della scelta fatta, dato che se avessero gareggiato individualmente, uno di loro avrebbe potuto avere l’intero cesto tutto per sé…
I bambini prontamente hanno risposto….”Ubuntu” ovvero:
“Com’è possibile che uno sia felice se tutti gli altri sono tristi?”
Ubuntu, nella cultura africana sub-sahariana significa:
“Io sono perché noi siamo!”….questa parola chiave ha un’enorme valenza sociale ed etica che porta a riflettere sui diritti esistenziali di ciascun bambino: tutti devono avere gli stessi diritti a prescindere dal colore della pelle, dalla lingua, dalla religione, dalle condizioni economiche e di salute.
I bambini,non devono mai essere oggetto di discriminazioni di nessun genere, hanno il diritto di essere ascoltati, di avere un nome, una famiglia e una casa dove essere accolti, amati e curati. Ogni bambino ha diritto ad essere informato, istruito e alla base della sua crescita non deve mai mancare il gioco.
“Ubuntu” in questo senso è correlato al diritto, visto non come un privilegio di pochi, ma come fondamentale per tutti i bambini, i quali devono avere gli stessi diritti e possibilità.
Alla scuola dell’infanzia Pacinotti, prendendo spunto da questo racconto, abbiamo dialogato con i nostri bambini insegnando loro, attraverso tanti giochi ed attività come questi diritti devono garantire il loro futuro,ed esser a disposizione di tutti per abolire i privilegi, non solo oggi, ma per sempre!♥️